La pelle del camaleonte

Nel mondo dello spionaggio militare trapela la notizia che un alto grado dell’esercito nord-coreano abbia deciso di disertare e fuggire in Occidente portando con sé un familiare, ma, soprattutto, una lista di agenti, cosiddetti “dormienti”, che la Corea del Nord ha infiltrato negli anni in Europa e negli Stati Uniti. Questo ciclone mette in movimento le agenzie delle grandi potenze e ne vengono investite la C.I.A., ma soprattutto la N.S.A. (National Security Agency) che, con il suo potente apparato di controllo dei sistemi informatici satellitari, è in grado di intercettare, studiare e decidere se la notizia sia attendibile, sia una “mezza verità” o sia una ingegnosa trappola, ordita dai Servizi segreti di Pyongyang. In questa successione di fatti e di azioni devastanti, portate senza esclusione di colpi viene catapultato, a sua insaputa, Charles Grover, un ex militare delle Forze Speciali U.S.A. Da sempre affascinato dalla storia dell’antica Roma, decide di andare in vacanza nella Città Eterna e così da poter  visitare tutte le bellezze archeologiche e monumentali fino ad allora lette solo sui libri. Giunto a Roma, la sua vacanza si trasforma in una serie di eventi tanto inattesi quanto tragici, venendosi a trovare, suo malgrado, al centro di una fitta e mortale ragnatela causata dallo scontro silenzioso tra servizi segreti. L’incontro fortuito con una giovane donna, inserita in un contesto religioso particolare, lo aiuterà a riprogrammare in qualche misura la sua vita.  Lo scrittore britannico David John Moore Cornwell, ovvero l’agente del S.I.S. britannico John Le Carrè, nel suo romanzo “La talpa” riassume il concetto spiegando che“ nel mondo dello spionaggio, nulla è come sembra”.